sabato 25 aprile 2009

25 Aprile- Lettera di un partigiano condannato a morte


Achille Barilatti (Gilberto della Valle )

Di anni 22-studente in scienze economiche- nato a Macerata il 16.9.1921-Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l'8 sett. '43 raggiunge Vestignano, sulle alture maceratesi, dove si vanno organizzando formazioni partigiane. Dal Gruppo "Patrioti Nicolò" è designato comandante del distaccamento di Montalto. Catturato all'alba del 22 Marzo '44, nel corso di rastrellamenti effettuati da tedeschi e fascisti , mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 Marzo 1944, contro la cinta del cimitero di Muccia. Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea.Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio mamma,addio papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia.
Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l'Italia libera !
Achille

Pubblico questa lettera che fa parte di una vasta raccolta, come testimonianza di quanto dettero i partigiani di ogni orientamento politico per la liberazione del nostro paese da un regime dittatoriale che ci portò alla guerra ed alla rovina. Questa libertà riacquistata nella democrazia si festeggia oggi, giorno dedicato alla resistenza di allora e di sempre.Festeggiamo e rallegriamoci tutti.

venerdì 24 aprile 2009

ESTATE


Non ho tradito l'estate.
Anche oggi, anche stasera
sono qui
per farmi accarezzare
dalla luna...
ma di te non scriverò mai...

Poesia e illustrazione di l.Pepe Diaz

lunedì 20 aprile 2009

CREDERE SENZA VEDERE



Un imperatore disse al rabbino Yeoshua Ben Hanania: "Vorrei tanto vedere il vostro Dio". _"È
impossibile", rispose il rabbino. _"Impossibile? Allora, come posso affidare la mia vita a qualcuno che non posso vedere?". _"Mostratemi la tasca dove avete riposto l'amore per vostra moglie. E lasciate che io lo pesi, per vedere se è grande". _"Non siate sciocco. Nessuno può serbare l'amore in una tasca", rispose l'imperatore. _"Il sole è soltanto una delle opere che il Signore ha messo nell'universo, eppure non potete vederlo bene. Tanto meno potete vedere l'amore, ma sapete di essere capace di innamorarvi di una donna e di affidarle la vostra vita. Non vi sembra evidente che esistono alcune cose nelle quali confidiamo anche senza vederle?".

lettura tratta dal sito:
www.qumran2.net

LABORATORIO "TOCCARCONMANO" - A.I.L. BIELLA - FONDAZIONE CLELIO ANGELINO


Il Laboratorio è un luogo attrezzato e protetto dove i bambini possono svolgere attività creative secondo un particolare Metodo Didattico creato da L.Pepe Diaz, presso l'Ail Biella.Fondazione Clelio Angelino Onlus, in v:Malta, 3 a Biella, attivo dal 1996. E' frequentato da bambini dai 4 agli 11 anni, suddivisi in piccolo gruppi omogenei per età. Possono frequentare non solo bambini affetti da leucemia o con un genitore portatore di malattia oncologica, ma anche bambini con vari, lievi, disturbi fisici o psichici, segnalati da Assistenti Sociali, Educatori e Psicologi, ed, in particolare, dalla Neuropsichiatria Infantile. Sempre più vengono accolti bambini i cui genitori semplicemente desiderano far frequentare il Laboratorio per una loro precisa scelta pedagogica.
In questo ambiente, materiali di espressione grafico-pittorica e di manipolazione consentono al bambino di entrare in rapporto con l'ambiente, le cose e le persone in modo concreto, attraverso i sensi, e, in modo particolare, attraverso l'affettività.
Nel Laboratorio gli Educatori (in numero di uno ogni tre bambini), saranno compagni di gioco e di attività, attenti e amorevoli: dei facilitatori che offriranno stimoli e rassicurazioni , senza mai intervenire sul contenuto di quanto il bambino andrà creando e costruendo.
Questo personale è qualificato e preparato ad interagire con il bambino secondo un metodo educativo che privilegia il rapporto empatico, la rassicurazione e la gratificazione.
Atteggiamenti questi, rivolti a rafforzare l'auto-accettazione e, quindi, il concetto e la stima di sé.
Si privilegia l'educazione alla creatività e all'espressione libera e personale, in quanto ritenuta la più giusta e concreta via per la formazione dell'individuo originale, sicuro di sé, attento, disponibile ed interiormente ricco.
Dare la possibilità di esprimersi liberamente significa anche far scoprire che l'atto creativo ed il suo conseguente prodotto è accessibile e soddisfacente, accettabile da sé stessi e dagli altri, perché ci si è dati il permesso di assumere il rischio di provare a vedere cosa succede " giocando" liberamente con il colore-materia.
Le ormai confermate corrispondenze psichiche del colore, fanno sì che l'usarlo con le mani (in modo sensoriale), secondo le contrapposte valenze insite in esso, possa da un lato, essere una valvola liberatoria per esorcizzare violente emozioni e la paura, dall'altro un elemento rasserenante e rassicurante. Inoltre, la stimolazione dei sensi che si ottiene dal lavoro manuale con il colore materico e lo sforzo di apprendimento per padroneggiarlo, nella postura sdraiata a terra, che mette in gioco il proprio corpo tutto intero, porta ad un totale vissuto che può migliorare il coordinamento fisico e l'accettazione di un corpo spesso offeso dalla malattia.
Da quanto scritto si evince che il Laboratorio Toccarconmano è uno spazio privilegiato dove il bambino può costruire sé stesso in un suo personale percorso di crescita.

www.fondazioneangelino.it

domenica 19 aprile 2009

Una poesia per Milano


HO UNA CITTA'

Ho una città per sognare,
con lucide rotaie,
fili d'acciaio nell'aria
a strani, lunghi desideri,
di cemento e di vetro
lanciati verso il cielo.

Una città per smarrirsi
fra simmetrici viali,
in un respiro di catrame,
che preme che opprime,.
Una città che non mi vede
mentre l'ascolto, con amore..


Poesia e illustrazione di L. Pepe Diaz

Racconti Chassidici


"Quando Rabbi Enoch recitava il verso del Salmo: "I cieli sono i cieli del Signore, la terra la diede ai figli dell'uomo" , faceva una pausa e poi continuava: " I cieli sono i cieli del Signore, la loro natura, come vedete, é sempre divina. Ma la terra la diede ai figli dell'uomo perchè la trasformassero in celestiale."

Chassidismo: il movimento mistico che si diffuse negli ambienti ebraici dell'Europa centro-orientale ( specialmente in Polonia ),durante il diciottesimo e diciannovesimo secolo. Quasi annientato durante l'Olocausto, è risorto specialmente in America.

Brano tratto da " Racconti Chassidici " di Martin Buber Ed. Red

giovedì 9 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO - PASSIONE DI CRISTO


L'aquila - Chiesa della Beata Antonia - affresco


Dopo i tristi eventi degli ultimi giorni
alcuni versi, tratti da una poesia di David Maria Turoldo:

(...)
Anche quando l'angoscia ci assale
donaci, o Padre, di non dubitare;
o anche di dubitare,
ma insieme di sempre più credere:
di credere alla tua fedeltà
e al tuo amore al di là di tutte le apparenze;
e con il tuo Spirito,
sempre presente nella nostra storia

(DAVID MARIA TUROLDO)


Da Luciana Bianca Cavalleri

giovedì 2 aprile 2009

SERMONE di L. Pepe Diaz, nel Tempio Valdese di Biella


LA FEDE E LE RELIGIONI


Ci fu un momento recente ed oscuro della storia in cui si chiedeva alle persone di qualificarsi secondo la propria fede di appartenenza, intesa come religione, usando questa identificazione come discriminante, con esiti funesti, spesso letali. Anche oggi, purtroppo, in alcuni contesti, questa appartenenza ad un credo porta a spiacevoli conseguenze, usata come arma impropria per tristi distinguo o per l'identificazione del nemico tout-court. E' la tendenza ad inquadrare ogni persona in un ben definito ambito per sentirlo diverso e poi fargliene pagare le conseguenze.
Io credo, ovviamente, che non ci possa essere alcuna qualifica che differenzi le persone in quanto tutte figlie di un medesimo ed unico Dio. Importante piuttosto può essere il capire la differenza fra Fede e Religione, troppo spesso confuse. Per fede s'intende la ferma credenza fondata su di una personale convinzione, in particolare mediante la fede religiosa si aderisce con l'intelligenza, e per virtù della grazia, ad una verità rivelata, non per la sua intrinseca evidenza, ma per l'autorità di Dio rivelatore: ”fede è sustanza di cose sperate ed argomento delle non parventi” scrive Dante.
La parola Religione deriva dal latino religare, cioè legare, mettere insieme delle credenze, delle norme, delle regole ed enunciati che leghino l'uomo alla divinità secondo specifiche direttive, spesso estremamente vincolanti.
Gli uomini, in tutti i tempi, hanno ritenuto necessario fondare religioni ( in modi diversi secondo la storia e la cultura di ciascun popolo ), perché vivendo in un sistema sociale, dal più piccolo nucleo familiare, fino ad arrivare alla più grande nazione, volendo vivere anche la propria fede in comunità, in essa non vi sia anarchia bensì ci si attenga tutti agli stessi fondamenti teologici, secondo determinate regole di vita e rituali liturgici, creando, nel maggior numero dei casi, una gerarchia sacerdotale che la amministri.
Dio ha creato l'uomo come essere sociale perché veda, nel volto del suo prossimo, sé stesso e, quindi, l'immagine stessa di Dio. Ogni società o associazione ha bisogno di darsi delle regole per sopravvivere e, da qui, la sentita necessità di codificare la propria fede in una religione. In particolare, le tre grandi religioni monoteiste, si rifanno a regole estrapolate in modo più o meno fondamentalista, da un libro sacro perché ritenuto rivelazione di Dio.
Gli Ebrei si rivolgono alla Torà (Antico Testamento) che contiene le prime parole fondamentali rivelate da Dio; i Cristiani sia all'A.T. che al Nuovo, nel quale è racchiuso il senso salvifico del nuovo patto di Dio attraverso la morte e resurrezione di Gesù, vero uomo e vero Dio; i Mussulmani credono nel Corano che considerano l'ultima rivelazione data da Dio al Profeta Maometto.
Per quanto ci riguarda, il Vangelo è la Parola di Dio che Gesù è venuto a spiegare perché fosse capita secondo l'ottica dell'amore di Dio Padre per i suoi figli e non come un'insieme di regole statutarie. In esso la regola prima ed unica alla quale tutto deve essere sottoposto è l'amore che, come un anello, congiunge Dio a noi e noi a Dio, passando attraverso l'amore per il nostro prossimo. Il Vangelo comprende veramente tutto quello che dovremmo sapere per camminare rettamente come figli di Dio, coeredi in Cristo e santi, cioè messi da parte per un compito particolare, quello di custodire e completare la creazione per l'avvento del Regno, attraverso l'evangelizzazione e le opere che scaturiscano come naturale corollario dalla Grazia gratuita elargitaci da Dio tramite il Suo Figlio Gesù. La comprensione di tutto ciò ci viene dalla Fede ispirata dallo Spirito Santo e non certamente dalla minuziosa attenzione a mettere in pratica molti precetti alla lettera alla maniera dei Farisei, che Gesù condannò per questo aspramente: questa non è la via alla santità che dobbiamo percorrere. Gesù, in questo senso, ci ha reso liberi. Questa libertà però non deve indurre al lassismo, perché, se è vero che non si deve essere fondamentalisti, non si tratta però di lasciar correre su molte cose perché può far comodo, perché rende la vita vissuta più egoisticamente, più comodamente o più, fra virgolette, “modernamente”.
La Fede senza le opere ispirate da Dio, e le opere senza i suoi precetti giustamente intesi, è cosa morta. Lo dice Giacomo nella sua lettera al cap. 1 ver.17: “Così è della Fede: se non ha le opere è per sé stessa morta, ” poiché il Signore ci ama ed ama che i suoi figli siano obbedienti oltre che amorevoli, Egli non ama certamente le religioni cosiddette “fai da te”, né quelle incartapecorite, chiuse in vecchi schemi disumanizzanti, né l'anarchia del cristiano che interpreta la sua libertà come libero comportamento spesso al di fuori delle regole che Dio stesso ha impartito.
Dio ci ha chiaramente parlato attraverso i Profeti; è sceso realmente in mezzo a noi e ci ha ancora parlato perché noi capissimo rettamente la sua volontà e, quindi, oltre a dire “sia fatta la Sua volontà” ( che è cosa giusta), la Sua volontà bisogna anche concretamente farla secondo la Sua Parola, seguendo Suo Figlio Gesù, il ns. buon Pastore, che è al di sopra di ogni Ministro ecclesiastico che ne possa in qualche modo rivendicare la rappresentanza . Nessun rappresentante, nessun mediatore, se non Dio stesso che parla a ciascuno di noi secondo la lingua e il grado di intendimento che egli può capire nel contesto storico, geografico e politico in cui ciascuno di noi vive: la Sua Parola è viva, qui accanto a noi e l'accertarsi di ogni cosa, studiandola, è il rafforzamento della Fede.
Scegliere una Religione da seguire piuttosto che un' altra può essere una questione di adesione personale ad un tipo di culto e di certe regole di vita piuttosto che ad altre, e, più spesso, la religione non viene scelta ma ereditata con la nascita: la Fede è un'altra cosa. Non necessariamente si vive una religione con fede né necessariamente da una religione scaturisce una Fede: la Fede perviene al ns. cuore per Grazia e al ns. intelletto per Spirito Santo; la Fede è un dono gratuito di Dio, noi possiamo rappresentare solo un tramite, un canale, che a volte Dio sceglie per condurre altri alla Fede.
Investigando la Parola che Dio ha rivolto a ciascuno di noi e all'umanità, la ns.anima s'impregna della Sua volontà e non ha che da metterla in pratica nella concretezza della vita in modo spontaneo e direi quasi automatico poiché il Signore fin dalla nascita in ciascuno di noi ha impresso la Sua immagine lasciandoci un piccolo seme divino nel cuore che vuole e sa germogliare secondo tempi a noi misteriosi.
Dio ha suscitato e continua a suscitare uomini giusti, uomini santi o Maestri ( come preferiamo chiamarli ), in ogni tempo e luogo perchè le nostre orecchie si aprano parimenti ai nostri cuori, perchè possiamo comprendere la sua volontà e quale sia il modo per meglio servirlo in fede d'amore. L'umanità spesso dimentica troppo in fretta i precetti del Signore per seguire vie più facili o più allettanti soffocando il suo seme divino nell'egocentrismo e nella sopraffazione del più debole, allora il Signore suscita in mezzo a noi questi uomini particolari che con la parola e l'esempio di vita ci scuotano dal torpore dell'anima e ci riconducano al Padre nostro Dio.
Egli ci richiama, più spesso di quanto noi sappiamo intendere, come un padre misericordioso, alla retta via, alla vita per fede e non alla morte degli aridi precetti: Egli è venuto in mezzo a noi per compiere il sacrificio estremo e donarci la salvezza sconfiggendo la morte. Egli è un Dio padre e madre, che ci parla una lingua di amore, lento all'ira e misericordioso, Egli ci porta sulle sue braccia e asciuga le nostre lacrime; è un Dio che ci ha promesso di raccoglierci presso di sé, nella sua casa, di restaurare quella terra che noi non abbiamo saputo ben custodire, là dove sarà sconfitta l'ultima nemica: la morte.
A questo Dio grande, meraviglioso e potente, di fronte al quale dovremmo stare con timore e tremore, amandolo con tutto noi stessi, noi dobbiamo una Fede pura raffinata come l'oro al fuoco della Sua Parola. Noi dobbiamo vivere questa Fede in comunità di fratellanza con il nostro prossimo al di là di qualsiasi barriere razziale o confessionale, secondo le amorevoli regole di vita che il Signore ci ha dato per il ns. bene, senza fuorviarle rendendole gabbie che inducono al peccato invece che alla santità. La Fede è un dono divino, la Religione è una necessità umana: si dovrebbe cercare un giusto equilibrio fra le due cose mai permettendo che la seconda prevalga sulla prima.
Sarebbe bello riuscire a rendere le Religioni più vive e vissute veramente vicino a Dio e quindi all'uomo, soprattutto impregnando la vita di ciascuno di noi della costante presenza di Dio, perchè dimenticarci di Lui è dimenticare noi stessi.
Termino narrando una storiella ebraica che mi sembra riassumere argutamente il pensiero che volevo trasmettere con queste mie riflessioni.
Due uomini siedono ad un caffè di Gerusalemme. Uno dei due, per molti indizi, ad un tratto capisce che chi divide il tavolo con lui è Dio in persona. Timoroso, gliene chiede conferma e, avutala, gli disse: “ Mio Dio, visto che ho questa grande occasione, vorrei chiederti una cosa che mi tormenta da sempre .” “ Chiedi pure, figliolo.” disse Dio“ Ecco, io vorrei sapere: ci sono tante religioni, Ebraesimo, Cristianesimo, Maomettenesimo, Buddismo, Induismo e così via... Qual'è quella giusta?” Dio rispose: “ Vorrei accontentarti, ma non ho una risposta: non mi sono mai interessato di religioni.”
Che il Signore ci illumini sempre perchè possiamo essere i suoi figli, santi, come Lui desidera che siamo. Amen.

OTTO COSE CHE DIO VI CHIEDERA' IN QUEL GIORNO


1. Dio non chiederà che genere di automobile hai guidato. Chiederà quante persone hai guidato che non avevano guida.
2.Dio non chiederà di quanti metri quadri era la vostra casa. Chiederà quante persone avete accolto favorevolmente nella vostra casa.
3. Dio non chiederà notizie sui vestiti che avete avuto nel vostro armadio. Chiederà quante persone avete contribuito a vestire.
4. Dio non chiederà quanto alto era il vostro stipendio. Chiederà se siete scesi a compromessi per ottenerlo.
5. Dio non chiederà quale era il vostro titolo di studio. Chiederà se avete fatto il vostro lavoro al meglio delle vostre capacità.
6. Dio non chiederà quanti amici avete avuto. Chiederà per quante persone siete stato un amico.
7. Dio non chiederà con quale vicinato avete vissuto. Lui chiederà quale cura avete avuto per i vostri vicini.
8. Dio non chiederà quale era il colore della vostra pelle. Chiederà notizie sui vostri sentimenti e del vostro carattere.

Dio vi porterà amorevolmentee alla vostra casa, in Paradiso, e non alle porte dell'Inferno.