giovedì 2 aprile 2009

SERMONE di L. Pepe Diaz, nel Tempio Valdese di Biella


LA FEDE E LE RELIGIONI


Ci fu un momento recente ed oscuro della storia in cui si chiedeva alle persone di qualificarsi secondo la propria fede di appartenenza, intesa come religione, usando questa identificazione come discriminante, con esiti funesti, spesso letali. Anche oggi, purtroppo, in alcuni contesti, questa appartenenza ad un credo porta a spiacevoli conseguenze, usata come arma impropria per tristi distinguo o per l'identificazione del nemico tout-court. E' la tendenza ad inquadrare ogni persona in un ben definito ambito per sentirlo diverso e poi fargliene pagare le conseguenze.
Io credo, ovviamente, che non ci possa essere alcuna qualifica che differenzi le persone in quanto tutte figlie di un medesimo ed unico Dio. Importante piuttosto può essere il capire la differenza fra Fede e Religione, troppo spesso confuse. Per fede s'intende la ferma credenza fondata su di una personale convinzione, in particolare mediante la fede religiosa si aderisce con l'intelligenza, e per virtù della grazia, ad una verità rivelata, non per la sua intrinseca evidenza, ma per l'autorità di Dio rivelatore: ”fede è sustanza di cose sperate ed argomento delle non parventi” scrive Dante.
La parola Religione deriva dal latino religare, cioè legare, mettere insieme delle credenze, delle norme, delle regole ed enunciati che leghino l'uomo alla divinità secondo specifiche direttive, spesso estremamente vincolanti.
Gli uomini, in tutti i tempi, hanno ritenuto necessario fondare religioni ( in modi diversi secondo la storia e la cultura di ciascun popolo ), perché vivendo in un sistema sociale, dal più piccolo nucleo familiare, fino ad arrivare alla più grande nazione, volendo vivere anche la propria fede in comunità, in essa non vi sia anarchia bensì ci si attenga tutti agli stessi fondamenti teologici, secondo determinate regole di vita e rituali liturgici, creando, nel maggior numero dei casi, una gerarchia sacerdotale che la amministri.
Dio ha creato l'uomo come essere sociale perché veda, nel volto del suo prossimo, sé stesso e, quindi, l'immagine stessa di Dio. Ogni società o associazione ha bisogno di darsi delle regole per sopravvivere e, da qui, la sentita necessità di codificare la propria fede in una religione. In particolare, le tre grandi religioni monoteiste, si rifanno a regole estrapolate in modo più o meno fondamentalista, da un libro sacro perché ritenuto rivelazione di Dio.
Gli Ebrei si rivolgono alla Torà (Antico Testamento) che contiene le prime parole fondamentali rivelate da Dio; i Cristiani sia all'A.T. che al Nuovo, nel quale è racchiuso il senso salvifico del nuovo patto di Dio attraverso la morte e resurrezione di Gesù, vero uomo e vero Dio; i Mussulmani credono nel Corano che considerano l'ultima rivelazione data da Dio al Profeta Maometto.
Per quanto ci riguarda, il Vangelo è la Parola di Dio che Gesù è venuto a spiegare perché fosse capita secondo l'ottica dell'amore di Dio Padre per i suoi figli e non come un'insieme di regole statutarie. In esso la regola prima ed unica alla quale tutto deve essere sottoposto è l'amore che, come un anello, congiunge Dio a noi e noi a Dio, passando attraverso l'amore per il nostro prossimo. Il Vangelo comprende veramente tutto quello che dovremmo sapere per camminare rettamente come figli di Dio, coeredi in Cristo e santi, cioè messi da parte per un compito particolare, quello di custodire e completare la creazione per l'avvento del Regno, attraverso l'evangelizzazione e le opere che scaturiscano come naturale corollario dalla Grazia gratuita elargitaci da Dio tramite il Suo Figlio Gesù. La comprensione di tutto ciò ci viene dalla Fede ispirata dallo Spirito Santo e non certamente dalla minuziosa attenzione a mettere in pratica molti precetti alla lettera alla maniera dei Farisei, che Gesù condannò per questo aspramente: questa non è la via alla santità che dobbiamo percorrere. Gesù, in questo senso, ci ha reso liberi. Questa libertà però non deve indurre al lassismo, perché, se è vero che non si deve essere fondamentalisti, non si tratta però di lasciar correre su molte cose perché può far comodo, perché rende la vita vissuta più egoisticamente, più comodamente o più, fra virgolette, “modernamente”.
La Fede senza le opere ispirate da Dio, e le opere senza i suoi precetti giustamente intesi, è cosa morta. Lo dice Giacomo nella sua lettera al cap. 1 ver.17: “Così è della Fede: se non ha le opere è per sé stessa morta, ” poiché il Signore ci ama ed ama che i suoi figli siano obbedienti oltre che amorevoli, Egli non ama certamente le religioni cosiddette “fai da te”, né quelle incartapecorite, chiuse in vecchi schemi disumanizzanti, né l'anarchia del cristiano che interpreta la sua libertà come libero comportamento spesso al di fuori delle regole che Dio stesso ha impartito.
Dio ci ha chiaramente parlato attraverso i Profeti; è sceso realmente in mezzo a noi e ci ha ancora parlato perché noi capissimo rettamente la sua volontà e, quindi, oltre a dire “sia fatta la Sua volontà” ( che è cosa giusta), la Sua volontà bisogna anche concretamente farla secondo la Sua Parola, seguendo Suo Figlio Gesù, il ns. buon Pastore, che è al di sopra di ogni Ministro ecclesiastico che ne possa in qualche modo rivendicare la rappresentanza . Nessun rappresentante, nessun mediatore, se non Dio stesso che parla a ciascuno di noi secondo la lingua e il grado di intendimento che egli può capire nel contesto storico, geografico e politico in cui ciascuno di noi vive: la Sua Parola è viva, qui accanto a noi e l'accertarsi di ogni cosa, studiandola, è il rafforzamento della Fede.
Scegliere una Religione da seguire piuttosto che un' altra può essere una questione di adesione personale ad un tipo di culto e di certe regole di vita piuttosto che ad altre, e, più spesso, la religione non viene scelta ma ereditata con la nascita: la Fede è un'altra cosa. Non necessariamente si vive una religione con fede né necessariamente da una religione scaturisce una Fede: la Fede perviene al ns. cuore per Grazia e al ns. intelletto per Spirito Santo; la Fede è un dono gratuito di Dio, noi possiamo rappresentare solo un tramite, un canale, che a volte Dio sceglie per condurre altri alla Fede.
Investigando la Parola che Dio ha rivolto a ciascuno di noi e all'umanità, la ns.anima s'impregna della Sua volontà e non ha che da metterla in pratica nella concretezza della vita in modo spontaneo e direi quasi automatico poiché il Signore fin dalla nascita in ciascuno di noi ha impresso la Sua immagine lasciandoci un piccolo seme divino nel cuore che vuole e sa germogliare secondo tempi a noi misteriosi.
Dio ha suscitato e continua a suscitare uomini giusti, uomini santi o Maestri ( come preferiamo chiamarli ), in ogni tempo e luogo perchè le nostre orecchie si aprano parimenti ai nostri cuori, perchè possiamo comprendere la sua volontà e quale sia il modo per meglio servirlo in fede d'amore. L'umanità spesso dimentica troppo in fretta i precetti del Signore per seguire vie più facili o più allettanti soffocando il suo seme divino nell'egocentrismo e nella sopraffazione del più debole, allora il Signore suscita in mezzo a noi questi uomini particolari che con la parola e l'esempio di vita ci scuotano dal torpore dell'anima e ci riconducano al Padre nostro Dio.
Egli ci richiama, più spesso di quanto noi sappiamo intendere, come un padre misericordioso, alla retta via, alla vita per fede e non alla morte degli aridi precetti: Egli è venuto in mezzo a noi per compiere il sacrificio estremo e donarci la salvezza sconfiggendo la morte. Egli è un Dio padre e madre, che ci parla una lingua di amore, lento all'ira e misericordioso, Egli ci porta sulle sue braccia e asciuga le nostre lacrime; è un Dio che ci ha promesso di raccoglierci presso di sé, nella sua casa, di restaurare quella terra che noi non abbiamo saputo ben custodire, là dove sarà sconfitta l'ultima nemica: la morte.
A questo Dio grande, meraviglioso e potente, di fronte al quale dovremmo stare con timore e tremore, amandolo con tutto noi stessi, noi dobbiamo una Fede pura raffinata come l'oro al fuoco della Sua Parola. Noi dobbiamo vivere questa Fede in comunità di fratellanza con il nostro prossimo al di là di qualsiasi barriere razziale o confessionale, secondo le amorevoli regole di vita che il Signore ci ha dato per il ns. bene, senza fuorviarle rendendole gabbie che inducono al peccato invece che alla santità. La Fede è un dono divino, la Religione è una necessità umana: si dovrebbe cercare un giusto equilibrio fra le due cose mai permettendo che la seconda prevalga sulla prima.
Sarebbe bello riuscire a rendere le Religioni più vive e vissute veramente vicino a Dio e quindi all'uomo, soprattutto impregnando la vita di ciascuno di noi della costante presenza di Dio, perchè dimenticarci di Lui è dimenticare noi stessi.
Termino narrando una storiella ebraica che mi sembra riassumere argutamente il pensiero che volevo trasmettere con queste mie riflessioni.
Due uomini siedono ad un caffè di Gerusalemme. Uno dei due, per molti indizi, ad un tratto capisce che chi divide il tavolo con lui è Dio in persona. Timoroso, gliene chiede conferma e, avutala, gli disse: “ Mio Dio, visto che ho questa grande occasione, vorrei chiederti una cosa che mi tormenta da sempre .” “ Chiedi pure, figliolo.” disse Dio“ Ecco, io vorrei sapere: ci sono tante religioni, Ebraesimo, Cristianesimo, Maomettenesimo, Buddismo, Induismo e così via... Qual'è quella giusta?” Dio rispose: “ Vorrei accontentarti, ma non ho una risposta: non mi sono mai interessato di religioni.”
Che il Signore ci illumini sempre perchè possiamo essere i suoi figli, santi, come Lui desidera che siamo. Amen.

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