venerdì 24 luglio 2009

DA VALDO DI LIONE ALLA CHIESA VALDESE 1




Verso il 1170 un ricco mercante di Lione, Valdès(Valdo), al termine di una crisi religiosa, sceglie di vivere come gli Apostoli, seguendo Gesù. Fa quindi tradurre brani della Bibbia nella lingua del popolo, per poterli leggere, dona ogni sua ricchezza e sceglie di vivere in povertà, predicando l'Evangelo.Questa sua scelta, all'epoca, non è un fatto strano; lo è, invece, quella di non entrare in convento e di rimanere un laico.
Da queste decisioni, strettamente collegate fra loro, scaturisce una seconda interpretazione: il fatto di leggere la Bibbia in una lingua che non sia il latino non è una eresia, ma predicarla in pubblico da parte di chi non è un sacerdote, contrasta con le direttive della chiesa del tempo. La questione non è tanto quella dell'obbedienza o meno alla chiesa, ma la scelta decisiva di obbedire solo alla Bibbia, la quale viene ad assumere un valore normativo; è quindi messo in discussione uno dei fondamenti della chiesa di Roma: l'autorità del Vescovo.
La personalità e la predicazione di Valdès colpiscono uomini e donne che seguono il suo esempio; nasce così il movimento dei "Poveri di Lione".
Espulso da Lione, il movimento di disperde in ogni direzione, dando luogo ad un profondo rinnovamento spirituale.
Scomunicati dalla chiesa di Roma, i "Poveri di Lione" vivranno la loro fede in clandestinità per oltre tre secoli, esclusi dalla chiesa, bollati come "eretici" da combattere ed estirpare.

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