venerdì 1 maggio 2009




Una giornata per incrociare le braccia e godersi una meritata vacanza.
Il primo maggio, la festa dei lavoratori affonda le radici nella lotta di classe, nell’opposizione fra capitale e lavoro, due dei tre fattori della produzione che, a partire dalla rivoluzione industriale, hanno segnato fortemente la storia del capitalismo.

Il sangue dei morti di Haymarket, Chicago 1886, caduti negli scontri per mano della Polizia, segna la prima istituzionalizzazione della festa dei lavoratori effettuata oltreoceano.
L’eco degli eventi del continente americano determina l’ ufficializzazione della festività in Europa, sostenuta dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889. L’Italia la ratifica due anni dopo.

Il ventennio fascista cancella la data in rosso dal calendario in favore della più autarchica “festa del lavoro italiano” fissata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma e bisognerà aspettare la fine della guerra, il 1945, per ripristinarla.
Il 1 maggio del 1947 la festa si tinge di sangue in uno degli episodi più bui della nostra storia contemporanea. A Portella delle Ginestre, vicino Palermo, i gregari del bandito Giuliano sparano su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina. Un fatto inquietante per la Sicilia in particolare e per l’Italia in generale.

Oggi, a livello nazionale, si festeggia il primo maggio con un megaconcerto in Piazza San Giovanni a Roma. Dal 1991 i sindacati italiani CGIL, CISL e UIL organizzano annualmente nella capitale un concerto per celebrare la festa come momento di aggregazione ed al quale partecipano centinaia di migliaia di persone

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